
Conosciamo Fred Cavallini, il giovane videomaker dietro a tutte le videointerviste di Creative Campus.
Federico Cavallini, per gli amici Fred (qui il suo profilo Linkedin, qui la sua pagina su Vimeo) è il giovane film maker e regista indipendente che ha realizzato tutte le video interviste ai Grandi allevatori e ai Top driver che potete trovare in questo blog e nel canale YouTube di Creative Campus. Ovviamente la sua produzione non si limita a questo, ma spazia dai commercial ai video viral e per il fashion.
Abbiamo deciso di intervistarlo per conoscere un po’ più da vicino il pensiero di un giovane di così grande talento.
Ciao Fred, come ti sei avvicinato al videomaking e qual è la tua formazione?
La mia formazione è letteraria. Per molto tempo ho immaginato che avrei scritto per vivere, o vissuto per scrivere, ma progressivamente ho capito che nella mia testa c’è sempre stata prima un’immagine, che poi diventava testo. Si può dire che io sia stato un film maker della prima ora, in potenza, molto prima di studiare cinema, molto prima d’avere cognizione di cosa significasse comunicare con una grammatica audiovisiva.
Chi sono stati i tuoi maestri e come hanno saputo insegnarti e consigliarti nel tuo lavoro?
Nell’ambiente creativo milanese, l’influsso più significativo mi è arrivato sicuramente da Lele Panzeri, conosciuto in maniera fortuita (la storia della nostra prima collaborazione è da antologia) e da allora punto di riferimento.
Ciò che ho imparato da Lele non ha a che fare con un sapere tecnico, quanto con una modalità di approccio. Ho ritrovato nella sua incontenibile creatività, nella sua finezza intellettuale, nel suo “pensiero anarchico”, grandi spunti per capire meglio il mio percorso.
Lele, tra una regata e l’altra del suo doppio giro intorno al mondo, terrà per Creative Campus un corso gratuito aperto a tutti gli iscritti dove l’argomento centrale sarà Patafisica. So che Lele ha iniziato anche te a questa scienza, riesci ad applicarla al tuo lavoro e se si, come?
La Patafisica forse non protegge dall’insensato della vita, ma aiuta a diventare parte integrante dell’insensato, e quindi a miscelare schemi mentali non convenzionali, a leggere una situazione “dalla parte sbagliata”. In una parola, ti mette nella giusta prospettiva per elaborare qualcosa di nuovo.
Qual è il tuo approccio quando giri le videointerviste con Lele?
Girare interviste con Lele è un privilegio, mi permette di spiare in diretta pensieri e idee di grandissimi interpreti della creatività italiana e Internazionale. Mi ci approccio sempre in punta di piedi, come un occhio invisibile. Il mio compito in quel caso è documentare senza interferire, estrarre lo spirito e l’energia di un momento e cristallizzarlo in fotogrammi.
Direi che ci riesci benissimo, abbiamo ricevuto tantissimi complimenti su questo prodotto della scuola e ti ringraziamo pubblicamente.
Cosa suggeriresti ai tuoi coetanei che vogliono intraprendere la loro carriera in campo creativo o a quelli che vogliono specializzarsi ulteriormente?
Ai miei coetanei dico che se il loro obiettivo è lavorare in un campo creativo, devono chiedere molto a sé stessi, in termini di tempo, energia profusa, speranza, rilancio al futuro. Trovare un nume tutelare è importante, diventare permeabili a idee ed approcci diversi, essenziale.
Definire il proprio metodo è definire la propria natura.
Questa operazione può essere compiuta solo per sottrazione, ovvero sezionando scrupolosamente il modo in cui i grandi lavorano, e muovendosi di conseguenza per sottrazione o per comunanza.
Creative Campus è la scuola dove insegnano i più grandi professionisti della comunicazione.
La consiglieresti e perché?
Il Creative Campus dà una grande possibilità: avvicinarsi a professionisti con cui sarebbe ostico avere un contatto reale, connettersi con creativi e con la propria natura creativa. E provare a fare il balzo.
A presto Fred e ancora grazie.
Lasciamo i nostri lettori con la tua showreel.
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