Comunicare con 3 miliardi di persone la volta. Intervista a Marco Balich

Lele Panzeri intervista Marco Balich, uno dei direttori creativi italiani più affermati a livello internazionale per le cerimonie legate ai grandi eventi.

Marco è infatti l’ideatore e il produttore di cerimonie olimpiche come quelle del passaggio della bandiera a Salt Lake City nel 2002, dell’apertura e chiusura dei Giochi Olimpici di Torino 2006 e di Rio 2016, nonché quella di chiusura di Sochi 2014, dell’evento di lancio della nuova Fiat 500, dell’Albero della Vita di Expo 2015, dell’inaugurazione dello Juventus Stadium e di eventi legati ai concerti di star come U2, Peter Gabriel, Eurythmics e Pink Floyd.

Titolare della Balich Worldwide Shows, una delle tre società che a livello mondiale si occupano di grandi show, Marco racconta come è nata la sua società senza nasconderne le difficoltà iniziali a trovare registi che si volessero occupare di eventi come i Giochi Olimpici, ma racconta anche come indaga la portata e il percepito degli eventi che crea attraverso l’analisi della risposta del pubblico nei social network durante i tanti viaggi di lavoro.

Dopo 23 cerimonie di altissimo livello, Marco si emoziona ancora a pochi minuti dall’inizio di eventi che vengono realizzati non stop per periodi lunghissimi, spesso mesi, a volte anni. L’importante è toccare l’anima di persone di tutto il mondo per uno show, come quello dei Giochi Olimpici, che deve essere in grado di aggregare chiunque, senza differenza di razza, genere o religione. Ma deve essere anche in grado di ispirare le nuove generazioni.

Il resto potete scoprirlo nella video intervista, mai banale, mai scontata. Come quando racconta la storia dei 3 milioni di alberi piantati da Sebastião Salgado in Brasile, di come si piazzano i Pink Floyd su un palco galleggiante nella laguna di Venezia, ma soprattutto qual è l’approccio alla vita che rende realizzabile tutto questo.

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